Il Chianti è un immenso paesaggio d’arte a metà tra la realtà e la scenografia di uno dei tanti film che sono stati girati in questa zona di campagna tra Firenze e Siena, delimitata dai fiumi Arno, Elsa, Ombrone e Arbia.
La sua denominazione risale al XIII secolo quando in alcuni documenti si indicava come Chianti la zona formata dai territori di Radda, Gaiole e Castellina sotto la giurisdizione di Firenze che fu spesso teatro di guerre e battaglie. Il Chianti è il cuore morbido della Toscana, un territorio fatto di monti, borghi e colline. E un cuore è fatto anche di poesia. Il Chianti è incontro di uomo e natura.
” Che sarebbe il Chianti senza gli uomini? Forse l’oscura selva dantesca, chè i monti del Chianti s’aggrinziscono nel cuore di Toscana regalando declivi improvvisi e dolci carezze del paesaggio con la morbidezza dei colli, ma soprattutto si sostanziano in sconfinati boschi di leccio, di castagno e di quercia, s’arruffano in roveti, s’inaspriscono di piccoli orridi come se la mano d’un celeste gigante avesse graffiato la terra nello spasmo della creazione.”
Su una brochure dedicata al Chianti dalla Provincia di Siena rimango affascinato dalla descrizione della ninfa del Chianti, una sorta di magica divinità anima di queste terre, che davvero rappresenta ciò che le parole faticano a descrivere guardando questa fotografia: “Ha capelli di rovo e pampini, respiro di vento, occhi di ruscello, sangue di vino, corpo morbido di colli, sorriso di sole, carattere fiero di castelli e gentile di badie, spirito di rurale concretezza e di ascesi mistica, età di millenni, ma portamento di giovanile eleganza.”