Eventi e Manifestazioni
Cosa è stata l’estate 2017 per il caldo lo vediamo in questo vitigno dell’azienda La Lastra: siamo nel territorio comunale di Siena sul versante di una collina esposta a sud-ovest, il grappolo che si vede è in condizioni incredibili non essendo ancora arrivato alla piena maturazione per la vendemmia (siamo solo a metà agosto). Vedremo col tempo cosa saranno i vini del 2017…

prima di ferragosto 2017…
Sarà importante il lavoro in vigna: selezione dei grappoli e abilità di conduzione in agricoltura daranno i migliori risultati di una vendemmia non necessariamente negativa ma difficile.
Vediamo già adesso, a raccolti ormai completati, che le quantità sono molto ridotte ma le potenzialità buone se non ottime.
Tra i tanti eventi-degustazione nel padiglione vino riusciamo ad aggiundicarci questo del consorzio marchigiano, l’occasione è interessante per degustare qualche buon bianco da ‘quelle parti’ giustamente rinomate.
L’organizzazione dell’evento fluisce bene, la prenotazione online viene conclusa in un attimo ed arriva subito la mail di conferma, al nostro arrivo il personale di controllo ci fa saltare la fila per raggiungere la sala all’ora stabilite, tutto molto bene per la fase organizzativa.
La sala attigua all’ormai famosa ‘sala dei dispenser’ è appena sufficiente per le 30 persone presenti, ma ben climatizzata ed illuminata, lo stile dell’arredamento è evidentemente pensato da un designer astemio… molto belli i tavoli che finiscono alle estremità con delle discese sinuose, ma si rischia che il bicchiere scivoli per terra!
La degustazione dura ca. 45 minuti e per l’occasione è tenuta dal direttore del Consorzio, il che è un’ottima cosa ma purtroppo una sola azienda è presente, peccato, tuttavia ci riconduce alla nostra sensazione che Expo non sia stato una piattaforma di rilievo per i medio-piccoli produttori.
L’introduzione segue una descrizione introduttiva al territorio, ci è piaciuto il discorso che esalta e da molta importanza al legame con il territorio, supportato dalle immagini evocative, ovviamente seguito dal racconto della realtà marchigiana, senza dimenticare il notevolissimo apporto degli chef Uliassi e Cedroni, ci ha fatto molto piacere che siano considerati con il giusto merito e sia manifestamente capita la ricaduta culturale che ne ha guadagnato tutto il territorio.
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Visita mirata al padiglione vino gestito da Vinitaly. L’ingresso si presenta molto bene ed è davvero invitante passarci (fino a qui non c’è alcun costo), ci è piaciuto il caleidoscopio di colori del vino graduato dal giallo al rosso, divertenti ma disagevoli i ‘nasi’ entro i quali si annusare i profumi relativi al vino. Proseguendo con l’ingresso base abbiamo per 10 euro il calice degustazione e una tessera per tre degustazioni, questo prezzo non è di per se nè basso nè alto, è piuttosto criticabile il sistema di presenza di un certo vino di un certo produttore (come sappiamo a pagamento e a scelta del produttore stesso, ne va che l’occasione è persa per avere una reale panoramica dei vini italiani). L’iniziativa di per sè stessa non è né sbagliata né criticabile, è invece sconfortante che in un evento unico e mondiale sul genere ‘alimentazione’ le istituzioni italiane non abbiano potuto fare di più… anzi è proprio svilente che la principale cultura enoica riduca il suo patrimonio culturale a questa serie di erogatori automatici.
Certo ci sono e ci saranno eventi correlati al vino, ma che tutto un padiglione dedicato al vino sia solo un unica fila di distributori automatici è proprio poco, anzi quasi nulla a pensare bene cosa si sarebbe potuto fare per arrivare ad una ricaduta di immagine condivisa, invece tutto qua! Non possiamo che abbandonarci ad un po’ di tristezza…
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Compiuto quanto non telegrafico report, un estratto dalla nostra due giorni full-immersion nella fiera che riunisce una consistente parte sana dell’Italia imprenditoriale. E’ visitando questa realtà che ci si rende conto dei fatti, un settore così sano e vitale è ormai cosa infrequente, c’è un fermento prima, durante e dopo che pare di essere nelle fiere degli anni ’80 e ’90 quando sembrava fosse l’industria a regnare, oggi è in buona misura grazie alla terra, al vino, alla convergenza organizzata tra agroalimentare e turismo se abbiamo ancora una statura di un Paese civile e mediamente benestante. Due giorni qui sono come la settimana di addestramento dei Navy Seals, si inizia col traffico rivoluzionato dalla fiera, si va in un girone dantesco di ogni bendiddio enologico, e si finisce col traffico della Verona enomondiale…
Iniziamo dal ramo Franciacorta del padiglione Lombardia, a quell’ora ancora senza la ‘selezione all’ingresso’, poi, vedere per credere la folla ed i bodyguards a limitare gli accessi.
Qualche assaggio flash, Cavalleri Blanc de Blancs, sempre di grande finezza… Tutta la batteria Faccoli è stata entusiasmante, di bellissima pungenza sulla lingua e struttura, lunghi in bocca, con preferenze per Pas Dosè e Rosè, delicato, finissimo e di esuberanza controllata… Berlucchi ’61 Saten, finalmente un ottimo Satèn e c’è poco da aggiungere su questa tipologia che non ha visto le aziende confrontarsi con ardore… Montedelma Pas Dosè, molto particolare al palato, interessante e da approfondire… Biondelli molto interessante il Brut, meno il Satèn… Brut SA Bellavista, ecco un bel vino gentile e bellone, la Cuveé Alma ha più struttura ma anche meno personalità… Lugana, orizzontale completa da Citari con i Lugana più giovani 2014 molto freschi e fruttati, a dispetto dell’annata gli assaggi dimostrano dei buoni vini, meno profondi e già pronti, molto piacevoli, interessanti il rosato Chiaretto e il Garda rosso, da indicare anche il Metodo Classico a lunga permanenza sui lieviti, vino molto elegante e certamente poco muscoloso ma da considerare molto bene tra i metodi classici da autoctoni… In Valtellina, Dirupi, giovane azienda ora molto migliorata, i vini ora
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Puntuale come la pioggia di primavera torna la rassegna agroalimentare di Oleggio, una bella e vera fiera in una cittadina fiera della vita agricola e che ha il pregio di coinvolgere tutto il piccolo borgo con una massiccia partecipazione di pubblico, e alla fine la manifestazione è graziata da una splendida e luminosa giornata, fortunatamente perchè l’organizzazione dell’evento si merita questa fortuna. Ci fa bene, ci mette di buon umore vedere il coinvolgimento del pubblico in un’evento molto agricolo.
Stand agroalimentari a parte, la nostra attenzione è verso la degustazione di alcuni vini della Doc Colline Novaresi, al suo secondo episodio e ancora molto stimolante, sperando che sia anche una conferma dell’unione di intenti dei produttori della zona.
Dunque attraversando la bellissima piazza ed entrando nel palazzo comunale sede dell’evento, salendo la scala ottocentesca e guardando gli affreschi ci chiediamo, come dal Philippe Daverio pensiero, se siamo nati nell’epoca sbagliata… Pensiamo che tutto questo patrimonio architettonico deve avere una collocazione ed una visibilità degna del suo valore storico e culturale, che non possa esistere un piano del territorio che consente ad orribili edifici anni 60-70 di sorgere a ridosso di pezzi di storia imperdibili, eppure succede… ma succederebbe anche che un borgo come questo in Francia sarebbe citato sulle guide e tutelato, questo si. Viene in mente lo skyline di La Morra vista dalla Langa che mostra dalla destra un bel palazzone anni ’60, e dalla cui piazza belvedere-mozzafiato sulla Langa Robert Mondavi disse che dormiamo sul più grande potenziale vitivinicolo del mondo… Lui che ha inventato l’enoturismo stando in un posto dove non c’è il concetto di terroir e millesimo ci ha lasciato un critica che ci fa vergognare.
Quindi non siamo nell’epoca sbagliata, è l’epoca che sbaglia… c’è un filo diretto tra la cultura del territorio e quella della qualità agroalimentare, saranno sempre mille le fatiche dei produttori se non cambia la cultura, se non c’è cultura. Il vino buono, buonissimo, si fa in parecchi luoghi, il vino autentico ha bisogno di un forte legame territoriale, questo Mondavi lo sapeva e lo invidiava. Nel suo piccolo, Oleggio rappresenta bene l’occasione mancata, il territorio ha bisogno di rispetto.
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Verona, un giorno qualunque se non fosse il wine day dell’anno: l’apertura di Vinitaly
Dunque è nella giornata di apertura che decidiamo di effettuare il doveroso, fatidico pellegrinaggio alla ‘fiera delle fiere’, luogo non forse ameno ma che una volta nella vita bisogna starci, e raccontare di cose mai viste. Non è con tanto entusiasmo che partiamo per lanciarci in una giornata di sofferenze fisiche, tuttavia la presenza di un’infinità di produttori ne fa un’occasione importante, almeno per assaggiare qualcosa di nuovo o riassaggiare ed avere conferme, riguardo agli eventi in programmazione non sono proprio questi che attirano… tuttavia una volta giunti nel pieno dell’evento la domanda che sorgerà forse a chiunque è perché mai questa manifestazione non trasloca a Milano dove avrebbe solo grossi vantaggi per pubblico ed operatori, quindi ancora più rilevanza internazionale…?
Ma entriamo nei fatti di quello che ci interessa, delle degustazioni veramente molto interessanti e delle nostre valutazioni, premesso che in una situazione del genere non ci lanceremo nei particolari, non sarebbe possibile nel nostro modo di comprendere il vino, pensare di definire un assaggio come fosse una comoda degustazione introspettiva, a casa nostra nella calma e concentrazione o in una rilassata serata al ristorante.
La serietà impone un parametro di valutazione più cauto, descrittivo si, più che indicativo sicuramente, ma non saremo capaci di essere definitivi: i punteggi vanno da + a +++, evitando di parlare di impressioni non positive. Quindi…: Continua a leggere
Franciacorta, Oltrepo’, ed oltre… Evento ONAV 29 giugno 2013, Palace Grand Hotel Varese
Questo Grand Hotel è un’opera d’arte e merita una visita al di là dell’evento che ci ha portati qui. Nascosto da un parco secolare in centro città, si arriva alla sommità attraverso un viale di quasi un km con l’edificio liberty che spunta seminascosto tra gli alberi, presentandosi come una cartolina a colori di inizio secolo! E’ un capolavoro del liberty datato 1911 mantenuto perfettamente che sembra fatto ieri ed in grado di evocare atmosfere e fasti d’altri tempi, l’esterno è bellissimo, l’interno è un’immersione nella Belle-Epoqué con la scalinata di ben cinque piani che gira su sé stessa e che da sola è un capolavoro. Perdonate l’introduzione off-topic ma siamo rimasti rapiti da questo posto che non ci potevamo immaginare così suggestivo…
Bene, l’evento organizzato dalla sede Onav locale consisteva per lo più in una presentazione di vini delle Doc Franciacorta e Oltrepo’ con qualcosa in più, quindi oltre gli affermatissimi spumanti le degustazioni sono state allargate alle altre tipologie a bacca rossa e bianca presenti in queste stesse Doc, ed oltre ad alcuni produttori più lontani che hanno collaborato ad innalzare la qualità della degustazione.
Un primo commento è che la serata ha contribuito a rinsaldare la nostra opinione sull’areale dell’Oltrepo’ che non abbiamo mai apprezzato fino in fondo, ebbene alcuni vini veramente intelligenti e ben fatti ci hanno dimostrato l’ottimo livello che si può raggiungere anche in questa zona, forse troppo vocata alla quantità piuttosto che… Dalla Franciacorta invece solo conferme, crediamo di avere provato negli anni la maggior parte dei vini dei produttori iscritti al consorzio (con un certo impegno, sono circa 70…) e la qualità è sempre risultata indiscutibile, piuttosto abbiamo osservato nel tempo una tendenza all’omologazione con Satén sempre buonissimi ma impersonali, Rosè sempre gradevoli ma troppo ‘graziosi’ e poco robusti, ed invece abbiamo notato proprio in questa degustazione qualche spunto che dimostra tendenze verso prodotti più maturi, coraggiosi e personali. Vediamo qualche dettaglio:
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I vini delle colline moreniche del Ticino – Oleggio (NO) 1 maggio 2013
La Fiera Agricola di Oleggio è sempre stato un evento coinvolgente e riuscito, la partecipazione di espositori e pubblico nel corso degli anni ha mantenuto costantemente una grande quota, e in definitiva la qualità dei prodotti proposti, il clima agreste e la bellezza agricola del borgo interamente chiuso al traffico ne fa tra la miriade di eventi sui generis, uno dei migliori da sempre.
Questa volta è stato inserito un evento molto consono alla manifestazione e che in un certo senso mancava proprio: “I vini delle colline moreniche del Ticino”, iniziativa di esposizione e degustazione dei vini quasi a kilometro zero e nell’ambito della più vasta Doc Colline Novaresi, pochi i produttori quindi, selezionati nelle ‘campagne’ circostanti, poi, come abbiamo avuto il piacere di costatare, di grande competenza e con inaspettata ottima qualità dei vini! L’inaspettata qualità è più una nostra scusante, stava a noi interessarci prima di questo areale, ma crediamo anche che negli ultimi anni ci sia stato un impegno anche innovativo verso la crescita qualitativa.
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Vinum – Alba (CN) 27 aprile 2013
Una manifestazione sul vino ad Alba crea una certa attesa ed emana un sicuro richiamo, dovrebbe almeno, eppure il pubblico non pareva quello degli eventi culturali e di degustazione sul tema del vino, del vino come lo si può intendere nella capitale delle Langhe, ovvero dell’arte e dell’imprenditorialità del vino. Il pubblico sembrava più quello di un momento festaiolo, interessato alla quantità a disposizione, al costo-per-drink, insomma ad un happy-hour allargato, e di questo non può che essere responsabile la poca e sbagliata comunicazione, sbagliata considerando il risultato di immagine e ricaduta di interesse, corretta forse se si puntava a riempire la location e dare notizia poi del successo dell’evento.
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