Franciacorta, Oltrepo’, ed oltre… Evento ONAV 29 giugno 2013, Palace Grand Hotel Varese
Questo Grand Hotel è un’opera d’arte e merita una visita al di là dell’evento che ci ha portati qui. Nascosto da un parco secolare in centro città, si arriva alla sommità attraverso un viale di quasi un km con l’edificio liberty che spunta seminascosto tra gli alberi, presentandosi come una cartolina a colori di inizio secolo! E’ un capolavoro del liberty datato 1911 mantenuto perfettamente che sembra fatto ieri ed in grado di evocare atmosfere e fasti d’altri tempi, l’esterno è bellissimo, l’interno è un’immersione nella Belle-Epoqué con la scalinata di ben cinque piani che gira su sé stessa e che da sola è un capolavoro. Perdonate l’introduzione off-topic ma siamo rimasti rapiti da questo posto che non ci potevamo immaginare così suggestivo…
Bene, l’evento organizzato dalla sede Onav locale consisteva per lo più in una presentazione di vini delle Doc Franciacorta e Oltrepo’ con qualcosa in più, quindi oltre gli affermatissimi spumanti le degustazioni sono state allargate alle altre tipologie a bacca rossa e bianca presenti in queste stesse Doc, ed oltre ad alcuni produttori più lontani che hanno collaborato ad innalzare la qualità della degustazione.
Un primo commento è che la serata ha contribuito a rinsaldare la nostra opinione sull’areale dell’Oltrepo’ che non abbiamo mai apprezzato fino in fondo, ebbene alcuni vini veramente intelligenti e ben fatti ci hanno dimostrato l’ottimo livello che si può raggiungere anche in questa zona, forse troppo vocata alla quantità piuttosto che… Dalla Franciacorta invece solo conferme, crediamo di avere provato negli anni la maggior parte dei vini dei produttori iscritti al consorzio (con un certo impegno, sono circa 70…) e la qualità è sempre risultata indiscutibile, piuttosto abbiamo osservato nel tempo una tendenza all’omologazione con Satén sempre buonissimi ma impersonali, Rosè sempre gradevoli ma troppo ‘graziosi’ e poco robusti, ed invece abbiamo notato proprio in questa degustazione qualche spunto che dimostra tendenze verso prodotti più maturi, coraggiosi e personali. Vediamo qualche dettaglio:
Fratelli Berlucchi propone i tre prodotti base brut, Satén, rosè, tutti millesimati 2008 e cogliamo finalmente un’espressione migliorativa del gusto di questa Docg, finalmente un rosè interessante e lontanissino da ogni banalità, ed un Satén con un suo carattere, ottimi vini quindi e siamo solo all’entry-level della casa…
Rimaniamo in zona con Villa Crespia e con il suo Satén Cesonato buono ma nella media, fa meglio con il rosè Brolese che presenta una bella struttura, ed ancora meglio con il Numero Zero, ovviamente metodo classico dove la rifermentazione in bottiglia è effettuata senza la liqueur di dosaggio, prodotto molto interessante, naso stretto ma già esordiente di buoni auspici, palato caratteriale, nerbo domato ma vibrante, struttura seria, finale intrigante ed avvolgente mediamente lungo, bello, bello…
Sempre della Docg bresciana Vezzoli, che avevamo già positivamente notato, ci conferma l’ottima impostazione dei suoi prodotti, il brut millesimato mostra quella corposità che talvolta si fa desiderare in questi vini, e l’acidità giusta a tutto vantaggio della latitudine di abbinamento, mentre il Nefertiti pas dosè ci è piaciuto anche per l’ambizione di ottenere un prodotto di elevato livello mettendo in gioco le procedure migliori, dalla fermentazione in barrique al dosaggio zero, non certo un processo semplice ma con un risultato degno di nota…
Derbusco Cives per noi un primo incontro con questo produttore che si dirige verso un consumatore esigente, abbiamo apprezzato il Franciacorta Brut, palato fine ed elegante, nota nobile chiamata ad avvolgere il gusto e grande finezza piacere di beva, bello ma forse meno intrigante l’Extra Brut, e molto valida la scelta della bottiglie personalizzate…
E passiamo all’Oltrepo’, ebbene alcuni vini di questo evento davvero ci hanno cambiato l’immagine della zona, vediamo, Cà Del Gè, partiamo del Riesling Italico con un bell’impatto vegetale nel palato, struttura ferma e presente, viriamo totalmente il profilo sensoriale con il Riesling Renano, vino grasso e strutturato, più difficile ma molto nobile, due vini corposi e di ampia statura, di titolo alcolimetrico elevato (siamo forse oltre i 14°) ma incredibilmente equilibrati, lavorati con eccellente competenza. Sorprendete il metodo classico da Pinot Nero vinificato in bianco, qui la musica cambia rispetto a quanto provato fin’ora della spumantistica pavese, e si ascoltano note molto ben intonate che esprimono il carattere del Pinot Nero evitando di addomesticarlo come purtroppo abbiamo spesso dovuto rilevare, il prodotto è particolare, si esprime rigoglioso al palato con un nervo verde e strutturato con finezza…
Con Bruno Verdi prosegue la raccolta di stelle dell’Oltrepo’, ottimi i Pinot Grigio e Riesling, ma è con il Cruasè metodo classico da uve Pinot Nero vinificate in rosa che torniamo ad ascoltare quelle note che soddisfano estremamente bene, e ancora meglio l’Extra Brut con alta percentuale di uve Pinot Nero, il resto Chardonnay, qui siamo ai campioni della spumantistica e la fortuna di degustare un calice da una magnum del 2007 ci ha proprio resi felici, il prodotto è un fuoriclasse della ormai lunga serie Pinot-Nero-vinificato-in-bianco…
La vera sorpresa ha un nome, siamo ancora nell’oltrepo’ con Andrea Picchioni che propone in degustazione un metodo classico vintage 2000 (a ricordare bene) non dosato e a base Pinot Nero (85%) e Chardonnay (15%), se esiste un prodotto di carattere questo è il primatista, 11 anni sui lieviti, sboccatura prima della commercializzazione quando viene ricolmato con lo stesso vino, un risultato manifestamente eccellente per divertirsi con degustazioni alla cieca con spumanti d’oltralpe che verrebbero facilmente messi in crisi da questo fuoriclasse. Strutturato, muscoloso e gentile allo stesso tempo, molto sobrio e diretto, verticale ma non proprio complesso, elegante ma non da signorotti perditempo, carattere molto singolare, palato pieno e vigoroso che viene interamente appagato da un profilo sensoriale veramente particolare e caratteriale, in una parola, da intenditori.
Spostiamoci qualche km ad ovest, siamo in provincia di Alessandria verso il confine con l’appennino genovese, terra di Timorasso, evviva evviva, un vino che sosteniamo apertamente, reso da un vitigno grazie al cielo recuperato ed oggi in buone condizioni produttive in quella zona, un vitigno che dà sempre grandi vini. Netta la scelta di puntare su questo vino con ben tre etichette, non scendiamo troppo in particolari che onestamente una degustazione multipla non potrebbe svelare, ma ancora una volta abbiamo conferme dell’eccellenza del Timorasso, un’autoctono capace di grandi performance.
Stiamo in Piemonte con Silvano Bolmida, appassionato e loquace vignaiolo, dovrete trovare un po’ di pazienza per ascoltarlo, poi più che mai parlano i fatti, ottimi vini da una zona da cui ci si aspetta solo l’eccellenza e finalmente un signor Barolo ad un prezzo umano, si trattava di un’annata 2008 già apprezzabilissima e sicuramente in grado di affinarsi ancora meglio…
L’ospite della giornata, per scherzarci sopra vista la distanza, è Duca Carlo Guarini, ebbene abbiamo sempre un filo di emozione trovandoci al cospetto del Salento. Questa azienda possiede dimensioni inusuali per la zona a sud di Lecce, i vini in degustazione sono i classicissimi salentini e manifestano tutti la peculiarità caratteristiche dell’areale, abbiamo provato un rosato da negroamaro che valutiamo buono, un Neroamaro più che convincente, un Primitivo, ecco, dove il gusto salentino si avvisa nettamente rispetto ai più gonfi primitivi tarantini, ottimo, e forse il migliore prodotto, una Malvasia Nera in purezza che presenta una speziatura intrigante e un profilo del gusto ben equilibrato evitando le deviazioni verso un vino ingombrante dove è facile eccedere con il frutto e la sovranità del alcol, cosa facile con questa topologia, quindi ancora conferme dall’alta qualità dell’enologia salentina.