Vino: Le Serre Nuove 2011, Bolgheri DOC
Vitigno: 57% Merlot, 17% Cabernet Sauvignon, 14% Petit Verdot, 12% Cabernet Franc
Produttore: Ornellaia, Loc. Bolgheri, Castagneto Carducci (LI)
Le Serre Nuove è un prodotto che seguiamo da tempo e di cui abbiamo avuto modo di apprezzarne le performance ma dopo la giusta evoluzione, specificazione necessaria prima di leggere questo tasting poichè il prodotto a meno di tre anni dalla vendemmia non si è mostrato ancora adeguato, tuttavia la professionalità è di riuscire a coglierne profili ed aspetti attuali e prevederne le attese, per cui procediamo anyway…
– packaging: Il classico neo classico, già visto, somiglia a qualcosaltro, forse, ma è ben fatto e con molto buon gusto, va bene così e comunica eleganza e raffinatezza, quello che serve insomma, senza strafare. Sappiamo che queste maison puntano più sul awareness che nel rapporto diretto con il consumatore, inutile cercare storie nel retroetichetta. Essenziale ed avaro.
– aspetto visivo: Al calice appare rubino scuro quasi impenetrabile, già alta è la saturazione colore, archi spessi e abbastanza lenti.
– aspetto olfattivo: L’intensità dei profumi è alquanto bassa e trattenuta al punto che l’impianto olfattivo è tra i più avari mai sentiti, è un chiaro sintomo dell’impreparazione di questa annata fattore di cui tenere conto se vogliamo andare avanti.
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Bolgheri Doc
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Vino: Piastraia 2009 Bolgheri Doc
Vitigno: Merlot, Cabernet, Sangiovese, Syrah
Produttore: Michele Satta, Castagneto Carducci (LI)
In quel di Bolgheri c’è qualcuno che ha iniziato a fare vino se non proprio tra i fondatori possiamo affermare tra i precursori, Michele Satta è sicuramente tra quelli da contare con le dita di una mano che hanno fortemente creduto nella vocazione della zona, anche quando i terreni erano ancora i possedimenti delle importanti famiglie locali. Un suo grande merito è stata l’affermazione del Sangiovese in un momento dove sembrava che solo i classici bordolesi fossero da considerare, invece la storia ed i fatti raccontano di un ‘Cavaliere’ che ha rotto gli schemi, se la mente non ci inganna forse il primo a farlo con il Sangiovese. Qui abbiamo la sua interpretazione del Bolgheri classico che non poteva non vedere nell’uvaggio il suddetto vitigno, con un livello qualitativo alto ma anche un po’ da fuoriclasse, il che fa un grande piacere, una volta tanto una voce solista fuori dal coro fa rivedere nuovi orizzonti.
– packaging: Grafica seria ma personale, scura ma elegante, bella etichetta distintiva ed impostata similarmente a tutta la linea Satta, orginale l’uso dei caratteri, più che sufficienti le note del retro, buon risultato.
– aspetto visivo: Al calice è di colore rubino molto scuro e quasi totalmente saturo, produce archi molto lenti e molto fitti, molto belli da vedersi.
– aspetto olfattivo: Intensità dei profumi quasi medio alta, avvolge da subito con aromi di frutta rossa, di ciliegia e poi di frutti di bosco neri,
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Vino: Paguro 2011 Bolgheri Doc
Vitigno: Vermentino
Produttore: La Cipriana, Castagneto Carducci (LI)
Torniamo spesso sui vini di Bolgheri perché questa area continua a darci grandi soddisfazioni, anche per certi vini più semplici e senza le pretese dei grandi rossi da competizione di questa costa etrusca, quindi come questo bel vermentino che messo alla prova ha dimostrato doti di rispetto, anche distintive. Da un’azienda da noi scoperta recentemente e che merita un’osservazione più attenta, poiché da alcune degustazioni abbiamo colto segnali interessanti e distintivi.
– packaging: Etichetta con una sua originalità, estiva e sussurrata, il disegno all’aquerello è bello e fine ma l’uso dei rilievi e caratteri in oro non ci piace e contrasta male i toni delicati del quadro complessivo, l’immagine benchè bella ne risulta piuttosto spaesata e non sfugge ad un certo anonimato. Anche il nome scelto non aiuta l’immagine, pronunciare ‘paguro’ che evoca? Vuole dirci che sta bene col pesce? Che suono rende all’orecchio di uno straniero? Retro con poche informazioni, troppo poche, nessun richiamo territoriale.
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