Vino: Piastraia 2009 Bolgheri Doc
Vitigno: Merlot, Cabernet, Sangiovese, Syrah
Produttore: Michele Satta, Castagneto Carducci (LI)
In quel di Bolgheri c’è qualcuno che ha iniziato a fare vino se non proprio tra i fondatori possiamo affermare tra i precursori, Michele Satta è sicuramente tra quelli da contare con le dita di una mano che hanno fortemente creduto nella vocazione della zona, anche quando i terreni erano ancora i possedimenti delle importanti famiglie locali. Un suo grande merito è stata l’affermazione del Sangiovese in un momento dove sembrava che solo i classici bordolesi fossero da considerare, invece la storia ed i fatti raccontano di un ‘Cavaliere’ che ha rotto gli schemi, se la mente non ci inganna forse il primo a farlo con il Sangiovese. Qui abbiamo la sua interpretazione del Bolgheri classico che non poteva non vedere nell’uvaggio il suddetto vitigno, con un livello qualitativo alto ma anche un po’ da fuoriclasse, il che fa un grande piacere, una volta tanto una voce solista fuori dal coro fa rivedere nuovi orizzonti.
– packaging: Grafica seria ma personale, scura ma elegante, bella etichetta distintiva ed impostata similarmente a tutta la linea Satta, orginale l’uso dei caratteri, più che sufficienti le note del retro, buon risultato.
– aspetto visivo: Al calice è di colore rubino molto scuro e quasi totalmente saturo, produce archi molto lenti e molto fitti, molto belli da vedersi.
– aspetto olfattivo: Intensità dei profumi quasi medio alta, avvolge da subito con aromi di frutta rossa, di ciliegia e poi di frutti di bosco neri,
seguono caco maturo, dattero, vino cotto, pappa reale e cera, un po’ più in basso un floreale di rosa e viola, pepe nero, lievissima pasticceria, vegetale che troviamo discretamente caraterrizzante, fatto di erbaceo accompagnato da un bel balsamico di eucalipto e mentolo, poco muschio verde e sottobosco secco. Complessità e carattere.
– aspetto gustativo: Al palato presenta una certa rotondità e acidità smorzata quasi senza astringenza, buona struttura, bilanciato tra minerale e salmastro peraltro entrambi lievi. Retrolfatto più chiuso e più vegetale rispetto al naso, con più sottobosco di fogliame, il profilo fruttato sviluppa aromi di confettura di frutta rossa in secondo piano, rimane in finale fondo di caffè. Molto bene l’evoluzione e non notiamo nessun cedimento a cinque anni dalla vendemmia, tuttavia i profumi e sopratutto il gusto sono stranamente apparsi come chiudersi ad un paio d’ora dall’apertura. Con il cibo molto bene con salumi anche se difficili e saporiti, molto bene con carni elaborate ed arrosti. Tasting dicembre 2014.
Prezzo 25e, valutazione 7,5/10, value_for_money 7/10