Vinum – Alba (CN) 27 aprile 2013
Una manifestazione sul vino ad Alba crea una certa attesa ed emana un sicuro richiamo, dovrebbe almeno, eppure il pubblico non pareva quello degli eventi culturali e di degustazione sul tema del vino, del vino come lo si può intendere nella capitale delle Langhe, ovvero dell’arte e dell’imprenditorialità del vino. Il pubblico sembrava più quello di un momento festaiolo, interessato alla quantità a disposizione, al costo-per-drink, insomma ad un happy-hour allargato, e di questo non può che essere responsabile la poca e sbagliata comunicazione, sbagliata considerando il risultato di immagine e ricaduta di interesse, corretta forse se si puntava a riempire la location e dare notizia poi del successo dell’evento.
Ciò non dirada le perplessità che abbiamo avuto, che immagine vogliamo delle Langhe e del proprio vino, dell’eccellenza enologica italiana? Siamo a tutti gli effetti in una della capitali mondiali del vino e a nostro avviso l’immagine non può che essere quella della cultura e dell’eccellenza del sistema integrato vino-territorio, al contrario ciò che abbiamo visto è stata una generale fornitura di assaggi, grande rumore e confusione, nessuna possibilità di dialogo con i sommelier, latitanza dei produttori (e vorrei ben vedere con chi avrebbero avuto il piacere di parlare dei loro prodotti), e sopratutto quello che ci ha lasciati perplessi è una distribuzione fin troppo facile di alcolici ad un pubblico giovane poco incline a distinguere oltre al ‘bianco’ o al ‘rosso’.
Avremo gradito anche una location più storica e di charme, più consona alla cultura del vino, anche come occasione di recupero di edifici storici che di certo abbondano nella zona, ma torniamo a dire che se il target erano i numeri allora capiamo anche questa scelta, tutto sommato l’ambiente consentiva un facile movimento senza difficoltà di accesso. Ma solo l’ambiente, poiché i banchi di distribuzione erano assaliti da mani che sporgevano bicchieri elemosinando una bevanda, ce n’era abbastanza perché fossimo andati via regalando i ticket avanzati, veramente non è concepibile una degustazione di vini come Barolo e Barbaresco in una situazione di simile confusione!
Aggiungiamo che i vini a disposizione non erano proprio tutti quelli dei produttori più interessanti e meritevoli e giungiamo alla conclusione che questa manifestazione appare poco consona all’immagine che il sistema ‘Langhe’ ha saputo creare in più di un secolo, purtroppo non cogliamo altri aspetti positivi e torniamo a rammaricarci di come la gestione di eventi legati al vino in Italia sia troppo spesso così lacunosa e fine a sé stessa, slegata da sinergie con il territorio, con scarni risultati e dubbio ritorno per i veri protagonisti, cioè i produttori.