Tra i tanti eventi-degustazione nel padiglione vino riusciamo ad aggiundicarci questo del consorzio marchigiano, l’occasione è interessante per degustare qualche buon bianco da ‘quelle parti’ giustamente rinomate.
L’organizzazione dell’evento fluisce bene, la prenotazione online viene conclusa in un attimo ed arriva subito la mail di conferma, al nostro arrivo il personale di controllo ci fa saltare la fila per raggiungere la sala all’ora stabilite, tutto molto bene per la fase organizzativa.
La sala attigua all’ormai famosa ‘sala dei dispenser’ è appena sufficiente per le 30 persone presenti, ma ben climatizzata ed illuminata, lo stile dell’arredamento è evidentemente pensato da un designer astemio… molto belli i tavoli che finiscono alle estremità con delle discese sinuose, ma si rischia che il bicchiere scivoli per terra!
La degustazione dura ca. 45 minuti e per l’occasione è tenuta dal direttore del Consorzio, il che è un’ottima cosa ma purtroppo una sola azienda è presente, peccato, tuttavia ci riconduce alla nostra sensazione che Expo non sia stato una piattaforma di rilievo per i medio-piccoli produttori.
L’introduzione segue una descrizione introduttiva al territorio, ci è piaciuto il discorso che esalta e da molta importanza al legame con il territorio, supportato dalle immagini evocative, ovviamente seguito dal racconto della realtà marchigiana, senza dimenticare il notevolissimo apporto degli chef Uliassi e Cedroni, ci ha fatto molto piacere che siano considerati con il giusto merito e sia manifestamente capita la ricaduta culturale che ne ha guadagnato tutto il territorio.
La degustazione è di cinque campioni, due spumenti charmat a base Verdiccio, tre Verdicchio, un rosso Piceno, non ne sappiamo molto ed è una pecca che non sia stato approfondito il prodotto ed il produttore, anche perchè spumanti a parte troppo monotoni, i prodtti erano veramente buoniandando da un Verdicchio 2014 con una sapidità unica, due Verdicchio più importanti nei profumi seri e nel palato, un rosso Piceno con struttura e tannino fine, forse l’esigenza di adeguare la presentazione all’audience ha penalizzato proprio chi ha più interesse, da cui torniamo a sospettare l’inconsistenza della reale portata dell’evento Expo per il vero mondo agroalimnetare italiano.
In chiusura troppa fretta, va bene che sono le otto di sera ma se qualcuno oltre a noi si ferma per saperne di più è il momento giusto.
Ringraziamo il Consorzio per questa occasione comunque interessante, e prendiamo l’occasione alla fine del periodo Expo Milano e qualche considerazione la facciamo: questa Expo assomiglia ad un grosso centro commerciale anonimo ed asettico piuttosto che all’evento culturale che avrebbe dovuto essere, migliaia di visitatori probabilmente (speriamo, ma non lo sapremo mai) faranno tornare i conti, ma il vero ‘pareggio di bilancio’ sarebbe stata la ricaduta di informazione, cultura e conoscenza tra l’enorme patrimonio eno-agro-alimnetare italiano ed il visitatore-consumatore, obiettivo totalmente fallito con la spesa di quanti milioni di euro? Quale è invece l’obiettivo raggiunto dall’industria e dalle grandi catene dell’alimentazione grazie a questi ‘X’ milioni di denaro pubblico?
Degustazioni vini delle Marche – Expo Milano 2015
Istituto Marchigiano di Tutela Vini – 7 ottobre 2015