Vino: Torre Del Piano 2009 – Cesanese Del Piglio DOCG
Vitigno: Cesanese di Affile
Produttore: Casale Delle Ioria, Acuto (FR)
Bisogna proprio andarli a cercare i vini laziali, regione schiacciata dall’onnipotenza capitolina e perciò spesso messa da parte, nel caso del vino dal groviglio delle Doc regionali qualcosa rimane degno di nota… Col nostro campione abbiamo notato abbinamenti da scegliere con attenzione poiché nonostante il grado alcolico è indispettito dalla troppa strutturazione di certi piatti, va d’accordo con formaggi leggeri e salumi, carni in generale. La valutazione del prezzo di un vino autoctono è sempre ardua e va considerato il limite dato del potenziale intrinseco del vitigno, per questo Cesanese è sicuramente sufficiente in considerazione della performance buona in valore assoluto e dell’impegno (talvolta sacrificio) nel vinificare ciò che è una risorsa storica del territorio, impegno che merita stima. Tasting gennaio 2013.
– packaging: Etichetta piuttosto vuota, molto scarna ed anonima ma che almeno comunica nel’immediato le cose essenziali, il retroetichetta non completa con la necessità di informare e riporta diciture inutili, non sappiamo ad esempio che siamo nel Lazio meridionale.
– aspetto visivo: Si presenta tetramente rubino carico molto scuro ed impenetrabile, sviluppa archetti fitti con una discesa lenta e lunghe lacrime, sottolinea il tenore alcolico.
– aspetto olfattivo: Al naso l’intensità è medio bassa ed è avvertibile una nota terziaria del legno, niente di male comunque, il vero bouquet olfattivo presenta soprattutto frutti rossi macerati non bene a fuoco dove sembra emergere come solista una tenue ciliegia, sviluppa poi una serie di timide note che comprendono pepe nero e polveroso, guscio di nocciola, nocciolo di oliva, un accenno floreale di rosa e polline, chiodo di garofano, e appare in lontananza un balsamico di eucalipto.
– aspetto gustativo: Al palato è deciso e molto ruvido, sorretto da un buon tenore alcolico ben domato dal tannino, al retrolfatto è subito dominante l’amaro di nocciolo d’oliva accompagnato da frutta macerata, in definitiva in bocca piuttosto monocorde e alla lunga non riesce ad appassionare. La persistenza è medio bassa dove permane in modo piacevole la nota amara, l’apporto balsamico potrebbe arrivare dall’evoluzione in barrique così come la buona concentrazione, è singolare la somiglianza che ritroviamo con l’amaro del Nero d’Avola ma senza il il suo fruttone.
Prezzo 16e, valutazione 7/10, rapporto Q/P 6/10