Vino: Sòdole 2006, IGT Toscana
Vitigno: Sangiovese
Produttore: Guicciardini-Strozzi, San Gimignano (SI)
Non c’è niente da fare, il Sangiovese di Toscana crea dipendenza e dopo alcune settimane dove, vuoi per il periodo estivo, si passa a vini meno impegnativi, la mancanza si sente. Ha ben pochi rivali e quella botta di vita che esce dal calice ci fa riconoscere e distinguere un vino dall’altro, infatti se solo in Toscana raggiunge il suo massimo livello espressivo, esso costituisce sempre una prova impegnativa anche per i produttori indigeni, specie per chi non viene dalle aree chiantigiane ed ilcinesi che del Sangiovese ne hanno fatto quasi un brand, un Sangiovese in purezza quando vuole essere il biglietto da visita di un’azienda non ammette mezze misure. Sòdole è un gran vino, del tipo quasi d’elite dei Sangiovese dal caratterino che non scende a compromessi, non è un vino facile, non lascia meditare, fa semplicemente godere quando in tavola trova la sua regina nella carne rossa e nel giusto abbinamento con i piaceri del cibo. Guicciardini-Strozzi si rivela ancora un produttore ben sopra le aspettative.
– packaging: Immagine molto bella, finemente austera, l’etichetta sembra un quadro d’altri tempi, ottimo lavoro di essenzialità fine e distintivo, la bottiglia ad anfora è sempre di grande eleganza. Invece il retro etichetta è poco utile, bene il nome Toscana in evidenza ma manca l’indicazione del vitigno ed è un gran peccato non citare un peso massimo come il Sangiovese.
– aspetto visivo: Il colore è rubino carico e quasi impenetrabile, archetti molto fitti e lunghi.
– aspetto olfattivo: Al naso il complesso olfattivo è di intensità alta, colpisce con note fruttate di frutti rossi e neri, more e mirtilli, prugna, nocciola, poi ancora prugna secca, confettura di frutti di bosco, di more, floreale di viola passita, spezie con pepe nero in polvere e pepe bianco in grani, lieve tostato del legno, polvere di caffè, corteccia e sottobosco. C’è l’universo dei profumi della terra toscana.
– aspetto gustativo: Al palato colpisce il tono varietale con caratteristiche di ruvidità genuina, astringenza farinosa senza esagerare ed acidità magistrale che lo rende eccellentemente fresco a dispetto dei 7 anni di maturazione, accompagna il tutto il tannino vibrante ed insuperabile del Sangiovese, e, acidità e tannino si rincorrono dando luogo ad una dinamica particolare, sicuramente un prodotto da lungo invecchiamento. Retrolfatto di polvere di caffè e nocciolo di ciliegia, frutto di bosco acerbi e prugna, che presenta una persistenza media per gli aromi ma lunga col ricordo di tannino, corpo e spalla acida. Deve piacere poiché è un sangiovese molto coerente che assume caratteristiche di durezza un po’ da intenditori, probabilmente potrebbe addirittura migliorare con un ulteriore affinamento, probabilmente era difficile e coriaceo da giovane, occorre avvicinarsi con una certa preparazione ma poi la soddisfazione sarà altissima. Alcol tutto sommato contenuto, siamo a 13,5° e del tutto amalgamato nel profilo sensoriale. Abbinamenti coi muscoli, salumi di tutti tipi fino a duettare con la mortadella di fegato, non è un vino da formaggi ma da primi strutturatissimi e carni, qui abbiamo soddisfazioni spettacolari. Tasting giugno 2013.
Prezzo 20e, valutazione 8,5/10, rapporto Q/P 8/10