Vino: Drago 2011, Toscana IGT
Vitigno: Ciliegiolo
Produttore: La Mercareccia, Casale Marittimo (PI)
Insistiamo sull’area della Costa Toscana, qui il fermento si nota e nell’ultima decina di anni lo sviluppo di nuove aziende e prodotti di rilievo si è imposto all’attenzione. Dagli iniziali vitigni internazionali stanno progressivamente aumentando gli autoctoni, era solo questione di tempo… e ne è passato di tempo dal Cavaliere di Michele Satta primo Sangiovese nell’areale, e sono dunque attuali le eccellenti performance sul Sangiovese del Podere Il Castellaccio che ci ha non poco meravigliati già dalle sue primissime vendemmie, vini che dopo avere sconsacrato il territorio di Bolgheri oggi alzano il livello qualitativo del vitigno principe toscano. Quassù a dirimpetto di Bolgheri ci sono della magiche colline dove troviamo Montescudaio in cima a fare da capolista della denominazione omonima, e sulla collina più bella tra il mare e le foreste della Val di Cecina c’è il gioiello Casale Marittimo dove questa azienda propone le sue gemme tra cui ci è balzato all’occhio il Ciliegiolo, purtroppo ignorato nella vinificazione in purezza e invero di gran pregio. Leggere, leggere…
– packaging: Grafica talmente semplice da essere stata sicuramente oggetto di studio, ampio lo spazio dell’etichetta quasi tutta bianca e quindi molto chiara nella lettura, a nostro giudizio è una strategia ottima per aziende giovani che non hanno storia da trasmettere o peggio rischiano deja-vu di poco stile. Estetica quindi buona ma ne va anche un po’ di perdita di comunicazione, la parola ‘Toscana’ conviene sempre scriverla un font in più per l’intrinseca nomea tra i consumatori locali e internazionali. Ottima qualità della carta, purtroppo nel retro non ci racconta nulla, occasione persa….
– aspetto visivo: Colore rubino carico di saturazione medio alta, produce archi fitti e veloci.
– aspetto olfattivo: Intensità al naso medio alta o quasi alta, di impatto iniziale inebriante dove colpisce con frutti rossi contornati d’arancia stramatura, dunque il fruttato è focalizzato solo sui toni della ciliegia matura e confettura di ciliegia, seguono dattero,
nocciola verde, miele d’acacia, lieve floreale di iris e lavanda, speziato con pepe nero e bianco, un vago vanigliato che trascina note di pasticceria, interessante l’apporto vegetale di arbusto secco ed i bei sentori di terreno e fungo, meno deciso il profilo balsamico di quercia e conifera. Non siamo su temi complessi ma il profilo è abbastanza attraente, comunque del tutto pulito e corretto con un suo carattere.
– aspetto gustativo: In bocca ci ha subito convinti con molti sviluppi dimensionali, si fa notare con il suo calore che rende il palato pieno e masticabile, eredità del tenore alcolico che comunque è del tutto in equilibrio e non punge per nulla, anzi dona tridimensionalità senza apparire un ‘tutto tondo’. Acidità diremmo in terzo piano ma presente a determinante negli abbinamenti, gli elementi tattili fanno un tutt’uno strutturando statura e gusto, è probabile un eccellente lavoro nella calibratura della scelta dei legni per l’equalizzazione del prodotto, dove la concentrazione sicuramente avvertibile non è per nulla roboante. Il risultato non si innalza alla finezza caratteriale ma è di buona eleganza, in ultimo la poca astringenza ed il tannino piuttosto morbido tornano utili a bilanciare altrimenti troppo morbido e soprattutto rende una beva di buon piacere. Retrolfatto coerente senza sorprese, si nota molto la ciliegia di polpa e nocciolo, e la bella speziatura, di lunghezza media che lascia il palato fruttato e caldo. I nostri abbinamenti sono risultati buoni con i formaggi maremmani della Parrina, e poi messo in una prova difficilissima…. con la bistecca panzanese di Dario Cecchini ha saputo fare il suo lavoro dove forse un po’ più di acidità avrebbe aiutato contro la succulenza di questo monolite di quasi 2Kg! Non è l’unico Ciliegiolo in purezza ma è forse l’unico che ci ha pienamente convinti, una bella soddisfazione per chi cerca un rosso di territorio a cui chiederemmo solo un cenno di territorialità in più, si tratta di un vino fino e filtrato, costruito ma che sa essere immediato, godurioso anche se poco territoriale, strizza l’occhio ai gusti global prendendosi gioco dei soliti merlo-net. Tasting settembre 2015.
Prezzo 21e, valutazione 7,5/10, value_for_money 7/10