Vino: Châteauneuf du Pape AOC 2001 Domaine du Vieux Lazaret
Vitigno: Cinsault, Grenache, Mourvèdre, Syrah
Produttore: Famille Quiot, Châteauneuf-du-Pape (France)
Amiamo questa AOC del Rodano meridionale, la sua intrigante alchimia dell’uvaggio, la stretta territorialità che ne esce. Questa bottiglia acquistata dal vigneron-recultant molti anni fa e custodita gelosamente ha rivelato il suo fascino e come una grande star, non ha invece rivelato l’età… sarebbe andata avanti chissà quanto ancora.
– packaging: Etichetta sullo standard francese nei modi, nella grafica, nelle tonalità, un deja vu ma come negare che sono sempre attraenti ed esprimono finezza ed eleganza? La comunicazione non è argomento su cui sperimentare da quelle parti e visti i risultati ottenuti va bene così, nel dettaglio, le descrizioni del vino e dell’appellazione centrano il focus dell’osservatore con caratteri scelti molto bene, la carta mostra volutamente una filigrana datata, l’accostamento dei colori e la piccola immagine ‘del solito chateau’ non escono un millimetro da un disegno di comunicazione efficace, sia nell’evocare che nel dire. I Francesi sono maestri in questo, irraggiungibili nel marketing anche solo visuale.
– aspetto visivo: Nel calice il colore è rubino scuro quasi saturo, trasparente solo all’unghia con riflessi arancio scuro, archi pesanti lunghi e lenti.
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Chateauneuf du Pape
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Vino: Domaine du Vieux Lazaret 2003 – Châteauneuf du Pape Blanc AOC
Vitigno: Grenache Blanc, Bourboulenc, Clairette, Roussane
Produttore: Famille Quiot, Châteauneuf-du-Pape (France)
– aspetto visivo: Colore oro, gran bel colore oro liquido.
– aspetto olfattivo: Si esprime con piacevolssimi profumi molto complessi, con note di liquirizia e genziana, frutta a pasta gialla, pesca, pescanoce, albicocca, fiori di camomilla, fiori d’arancio, miele millefiori. E ancora un’esplosione di aromi secondari e terziari inebrianti la cui ricerca ci ha affascinato.
– aspetto gustativo: In bocca caldo ed avvolgente, il vintage 2003 si fa sentire con le varianti peculiari stagionali, rotondo ed equilibrato nell’alcol elevato ma estremamente ben dosato, affiora un accenno di aromaticità, acidità ben sotto controllo (ancora, l’estate 2003…), al retrolfatto predominante il miele ed lieve erbaceo di rosmarino e basilico, con una finale amarognolo, persistenza lunga e sognante…
Prodotto ben all’altezza delle aspettative del nome che porta, a dispetto dei ‘bianchi’ con i suoi 9 anni sulle spalle senza alcun accenno di vecchiaia e con la giusta evoluzione, un vino importante e per certi versi ingombrante che esige abbinamenti impegnativi e dai quali saprà trarne grandi soddisfazioni. Tasting luglio 2012.
Prezzo 20e, valutazione 8,5/10, rapporto Q/P 9/10