Vino: Riserva Sassello 2007 Chianti Classico DOCG
Vitigno: Sangiovese
Produttore: Castello di Verrazzano, Greve in Chianti (FI)
Amiamo questa regione a sè stante tra le valli del Grevepesa e D’Elsa a tal punto che il suo vino è uno dei pochi di cui sentiamo l’astinenza. Ci capita in estate quando privilegiamo vini meno robusti, ma anche se per alcune settimane degustiamo altri vini… allora sentiamo la mancanza di Chianti Classico proprio come l’astinenza di un elemento che va in simbiosi con il metabolismo. Venendo al dunque, è nostro parere che l’area del Chianti Classico offra una qualità media molto alta con poche eccezioni verso lo scarso ed alcune di rilievo verso l’eccellenza, la Riserva Sassello di Verrazzano è tra queste ultime. Prodotto glorioso inizialmente immolato fuori dagli schemi delle denominazioni e per la causa del Sangiovese in purezza, negli allora anni ’80 si seguiva l’orma già intrapresa da un pugno di intrepidi nominati dalla storia ‘I Supertuscan’, ovvero coloro che sfidavano le imposizioni di disciplinari assurdamente ‘tradizionali’ per produrre vini che cambiarono la storia e la collocazione del vino italiano nel mondo, e col Sassello ci troviamo di fronte ad uno dei cavalieri dell’epoca. Poi, il produttore una volta vinta la battaglia del disciplinare sceglie di fare rientrare nel Chianti Classico il suo gioiello, contribuendo non poco a distinguere ed elevare il livello qualitativo della DOCG, siamo nel ‘96.
Il nostro esemplare è stato acquistato dal produttore un paio d’anni fa e affinato nella nostra ‘cave’, la degustazione è stata un vero piacere, non raro ma anche non comune, e sarebbe molto interessante osservare l’evoluzione a distanza di 10/12 anni, ammesso di resistere… Una nota sulla professionalità dell’accoglienza presso Castello di Verrazzano, la visita che è condotta molto bene si conclude nella bellissima sala di degustazione dove i vini sono abbinati a piatti di salumi di eccellente qualità (Falorni tanto per non fare nomi, se non siamo a Km-zero, saremo a 1,5…), e non ci sono esitazioni nel variare il programma ed avere differenze nella gamma dei vini, la sala quasi piena e con molti stranieri fuori stagione testimonia che scelte intelligenti e orientate verso la qualità funzionano sempre bene.
– packaging: Etichetta bellissima, evocante, sognante, con la bottiglia personalizzata ad anfora costituisco una presentazione di pregio, nella sua classicità si farebbe comunque notare anche sullo scaffale. Analizziamo la comunicazione: la parola che troviamo più in grande è ‘Verrazzano’ puntando direttamente ai consumatori del Nord America ai quali il nome del avo-navigatore-fondatore del Castello è ben noto. Scelta intelligente. Poi con appena un paio di font in meno leggiamo ‘Chianti Classico’ messo a sfruttare la nomea di una delle parole italiane più conosciute nel mondo, subito sotto con ancora un font di riduzione troviamo le parole importanti ‘riserva’ e ‘Sassello’ giocate su un contrasto di colore, rossa una e inquadrettata in rosso l’altra. Questa etichetta è una lezione di visual-marketing ed è intelligente poichè sfrutta ciò che è gratis perchè è già conosciuto…: lo sapevate che molti Americani vanno a Greve per vedere la città dove è nato Giovanni Da Verrazzano? Bella anche la retroetichetta con sufficienti informazioni e che definisce i produttori ‘proprietari viticoltori’ alla francese, in definitiva il packaging della bottiglia è tra i migliori esempi di comunicazione di awareness diretto ed evocazione di territorialità, tradizione, storia.
– aspetto visivo: Nel calice è colore rubino brillante non totalmente saturo, produce archetti molto ampi e lunghi.
– aspetto olfattivo: L’olfatto percepisce profumi inesorabilmente chiantigiani di intensità media o quasi medio alta, dove l’apertura è di prugna, mirtilli e mora acerbi, confettura di mora e prugna cotta, viola e garofano, pepe nero e chiodo di garofano, leggero zenzero, apporti di legno e tostatura di caffè, corteccia, rosmarino, eucalipto, mentolo, sottobosco intrigante in cui ci si perde, humus e muschio verde, accenno di cuoio. Definiremo questo panorama olfattivo come equilibrio orizzontale e territorialità sull’asse verticale.
– aspetto gustativo: Al palato mostra un statura seria con struttura piuttosto alta, sorprendente grande freschezza con acidità bilanciata, presente e non invadente, astringenza media, tutto che lascia presumere una grande evoluzione, molto equilibrato ed autorevole, fermo nella composizione della struttura mostra un tannino solido, territoriale, ma anche ben elegante, dove diventa difficile bilanciare bene proprio l’aspetto della signorilità in questi sangiovese che vincono proprio dove diventano eleganti, statuari e territoriali. Retrolfatto che lascia la bocca di un buono… fatto di cioccolato nero, frutti rossi maturi, frutti neri acerbi, di media persistenza.
E’ un vino con cui divertirsi negli abbinamenti, con il suo crudo toscano, più saporito e grezzo di quelli padani, si andava in armonia, sfidando una mortadella di fegato lombarda ha saputo domarne la grassezza, accompagnando un piatto di fegato al marsala ha saputo abbinarlo con classe sovrastando la presenza del liquore, con carne di vitello piemontese ed arrosticini di agnello abruzzesi cotti su pietra ollare è stato gioco facile ma non è sembrato troppo a suo agio e forse un po’ al limite con l’agnello, portando comunque il palato ad un senso di pulizia ed equilibrio eccellente. Vino insomma da godere con carni rosse, salumi, primi strutturati… per una tavola esigente! Tasting febbraio 2014
Prezzo 28e, valutazione 8,5/10, value_for_money 9/10
Precedenti post per Castello di Verrazzano: Chianti Classico 2009; Rosso Toscano 2009;